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Chiara ha pubblicato un aggiornamento nel gruppo ReteGAS – Agrumi 12 anni, 2 mesi fa
dopo le ultime mail, dopo l’ultima riunione del coordinamento ed in particolare dopo l’avviso dell’appuntamento il 12 per incontrare i produttori delle arance di Rosarno mi e’ venuta questa ricostruzione.
Progetto arance: il coordinamento (ovvero i gas che si sono riuniti in quelle occasioni) danno vita a un progetto che comprende due produttori (Iemma e D’aloisio) e due referenti Federica e Daniele.
Entrambi i progetti hanno chiesto loro molta attenzione, fatica, anche se spero (questo ancora non l’ho capito bene) che i GAS del coordinamento che in quel periodo hanno avviato il progetto, siano stati loro vicini nei momenti in cui si trattava di prendere le decisioni importanti. Tuttavia il racconto di Federica che in sala parto si preoccupa delle arance di Iemma mi ha un po’ scioccato (ma non si era preparato nessuno/a a sostituirla per quel delicato periodo? Ma che gente siamo?) ma continuo a non avere elementi che mi dicano che il coordinamento ha abbandonato il progetto in un qualche momento della sua storia.
I produttori del progetto arance erano due perche’, in un certo senso, si completavano e rispondevano alla domanda esistente: quando Iemma aveva finito gli agrumi c’erano ancora quelli di D’Aloisio, successivi di maturazione. Quindi la domanda rappresentata dai GAS che hanno dato vita al progetto era coperta senza problemi (se non addirittura di carenze saltuarie) e anche l’offerta dei due produttori.
Indipendentemente da questo progetto, nasce l’anno scorso il progetto legato alle arance di Rosarno che, comunque, si rivolge “anche” ai GAS Romani (e non solo romani, ovviamente).
Io sono arrivata nel corso di una riunione (circa un anno fa) dedicata al progetto arance dove Federica, Daniele e un’altra ragazza (di cui non mi ricordo il nome) hanno fatto il punto su come andava il progetto GAS e il progetto Rosarno. In quella occasione, in parte sollecitata dal dibattito esistente nella rete GAS nazionale, che stava organizzando gli “Sbarchi in piazza”, sembra venire fuori che ci trovavamo in una situazione (e in generale la mia impressione e’ stata che tutti i referenti incolpassero di questo i GAS) di “eccesso di offerta”. E per tutta la riunione mi e’ sembrato che rimbalzassero una serie di recriminazioni, dando quasi l’impressione alla sottoscritta che i tre produttori fossero in concorrenza sullo stesso mercato. Ed e’ tornata sempre fuori la questione del sito e dell’integrazione dei nuovi gas etc. etc, io in quella occasione ho tirato in ballo persino a questione delle reti di economia solidale….
In questa situazione che oggi giudico disarticolata e confusa, ovviamente venne accantonata qualsiasi possibilita’ di organizzare su Roma quello che si stava organizzando nelle altre citta’: una iniziativa corale di gas e produttori, da fare in una o piu’ piazze cittadine, di presentazione dei gas e dei loro produttori di arance, tutti insieme. Soprattutto nessuno si candido’ per organizzarla, ne’ il gruppo arance (2 referenti + alcuni referenti GAS) ne’ i GAS presenti in quel coordinamento e nei successivi (dove peraltro l’unico referente dei progetti che ha continuato ad essere presente e’ stato Daniele).
Se questa, per me faticosa, ricostruzione puo’ corrispondere anche a vostre impressioni e valutazioni, vi sembreranno chiare le osservazioni conseguenti:
come mai per ogni produttore si e’ dato un solo referente? Questo puo’ succedere in un Gas singolo, ma non mi pare appropriato a un progetto di coordinamento!!!
Come mai i referenti dei produttori del gruppo arance non si sono preparati, prima di quella riunione, un punto comune della situazione e una proposta per il coordinamento?
Questo penso che avrebbe cambiato completamente la riunione, spostandola, caso mai, sul tema se includere, e come, anche l’offerta di Rosarno nell’ambito del progetto di rete (non lasciandolo quindi a una libera adesione e basta) e includere cosi’ la referente della SNIA tra i referenti del progetto
Questo avrebbe ovviamente posto il problema di “allargare la domanda”, con un processo che, man mano che incontro persone di altri GAS d’Italia, mi e’ sembrato sia in generale un fatto ritenuto scontato, congenito all’esperienza GAS. Approfittare (e non sopportare) l’adozione di un nuovo progetto di solidarieta’ o di un nuovo produttore (magari sul bio e sulla qualita’ in questo caso un po’ meno scontato ma in generale nelle corde del progetto iniziale) per una azione di promozione di un acquisto equo e solidale anche oltre la nostra domanda esistente. Quindi non aumentando la nostra domanda, ma aumentando le persone che domandano. Azione che, ovviamente, sarebbe dovuta essere promossa da tutti i GAS, che sono in qualche modo collegati attraverso il coordinamento e la rete virtuale data da mailing list e sito.
Siamo ancora in tempo per ritornare a pensare questo, ed altri progetti, come un progetto comune?
Per ora, con sconcerto, vedo che:
non arriva ancora la conferma e le indicazioni per andare all’incontro con Iemma il 27 ottobre (data che una persona presente al coordinamento ha confermato e diceva fissata da tempo nel gruppo di gas contattati direttamente da Federica);
il 12 ottobre alla SNIA (ma in rete arriva la notizia il 9 ottobre, a Bologna (!!!) la sapevano da almeno 10 giorni fa, il mio GAS, che pure aveva acquistato quelle arance NON lo ha neppure saputo) avviene l’incontro con i produttori di Rosarno
Daniele e D’aloisio sembrano scomparsi dalla scena.
Noi (gas Rivoluziomario) non potremo andare il 12, probabilmente, almeno la nostra referente, perche’ abbiamo nelle stesse ore le consegne dei produttori;
non so ancora se andare, come andare e come eventualmente saremmo accolti all’incontro del 27…
insomma…
se la forma e’ sostanza……
Darci metodi per la gestione di progetti, siti e informazioni comuni, non e’ uno scherzo se tra i nostri obiettivi c’e’ quello di far crescere una nuova e diversa economia. Non credo che, con consuetudine tipica della sinistra, dividere un coordinamento (che e’ fatto da chi ci va) sia una idea geniale e utile a questo scopo, neppure in una citta’ come Roma. L’ultimo e’ stato per il mio gas utilissimo anche oltre quello che e’ scritto nel verbale, perche’ abbiamo avuto risposte a questioni maturate nel corso di un anno che richiedevano l’incontro con esperienze (diverse) gia’ maturate.
Nell’ultima assemblea di Roma e Lazio, si è deciso di rendere la riunione cittadina e provinciale un fatto trimestrale per poter far crescere nelle zone la capacità di collaborare attraverso riunioni “di quadrante” con maggiore periodicità. La riunione complessiva aveva il compito quindi di farci ritrovarci e confrontarci o decidere su questioni di area cittadina e/o regionale.
Mi sembra di aver capito che forse l’unica riunione di quadrante fatt e’ stata quella in zona Nord? Qualcuno ha fatto altro? Se e’ cosi’ forse alcuni/e di noi hanno accettato questa modalità solo per non dover faticare nel venire alla riunione mensile di coordinameto….che comunque si poteva rendere (nei modi) più conviviale e produttiva, pensando un po’ su a come gestirla per venire incontro alle nostre fatiche e stanchezze…
Io credo che nessun produttore apprezzerebbe di dover, di fronte a un interlocutore che prima si presentava unico, dover riavviare il processo per 3, 4, perche’ non 10 volte diverse con soggetti ora apparentemente diversi tra loro non nel rapporto con lui ma in altre cose non meglio specificate o chiare. E che, comunque, non sono in rete tra loro. E’ una fatica e un costo.
Diverso e’ se si conti sul fatto che in fondo, anche noi, siamo solo consumatori che acquistiamo a distanza e basta, senza consapevolezza del processo in cui siamo, lasciando che a governarlo sia qualcuno per noi, senza ulteriori rotture. All’inizio questo può sembrare appetibile e defaticante, ma nel lungo…. Va come sul progetto arance.
Sulle consegne dei prodotti, pero’, e’ ancora un’altra storia….su cui si puo’ costruire….Con affetto e stima per tutti/e, se no non scrivevo neppure
Chiara c.