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Paolo Fustaino (GPN) ha pubblicato un aggiornamento nel gruppo ReteGAS – Agrumi 12 anni, 1 mese fa
Parecchi produttori, sono convinti che i GAS possano strapagare i prodotti, se i grossisti li pagano molto meno, la stessa merce i soci la compreranno sulle bancarelle e nei negozi a prezzi possibili, perché associarsi per pagare di più; il raccontino sulla qualità e su tutti i contorni, si faranno dopo, non prima; se non vinciamo la sfida al carovita, e meglio chiudere i gas, perché alla fine saranno i soci a non ordinare più niente.
Purtroppo c’è un fraintendimento: lo scopo dei Gruppi di Acquisto Solidale non è quello di strappare un prezzo uguale o inferiore a quello della grande distribuzione: questo sistema è quello che ha portato alla rovina migliaia di produttori, allo sfruttamento migliaia di lavoratori agrari, all’avvelenamento dei cibi, alla dipendenza alimentare dal mercato finanziario, alla desertificazione del territorio, non ultimo ai disastri ambientali con milioni di danni e anche vittime cui anche in queste ore stiamo assistendo… noi non strapaghiamo. paghiamo il giusto: in cambio chiediamo di uscire dal sistema economico attuale e svilupparne uno diverso, basato sulle reali necessità e rispettoso della natura, degli esseri umani, siano essi consumatori o lavoratori… non mi pare un raccontino da poco, non sfidiamo il carovita, vogliamo una vita diversa… se non la pensate così, forse è meglio che abbandoniate la S di solidale. Ma forse non tutti i tuoi “soci” sarebbero d’accordo… provate a parlarne! 😉 ciao
Concordo con Paolo: i gruppi d’acquisto solidale hanno come peculiarità quella di volere il prezzo giusto, equo e non il prezzo basso, dei prodotti che acquistano. Un prezzo giusto tiene conto dei vari fattori produttivi valorizzandoli: il lavoro, la qualità del prodotto, l’impatto ambientale, la sostenibilità economica dell’impresa, la solidarietà tra consumatori e tra consumatori e produttori, etc.
Solo così si costruisce un’economia basata sulle relazioni e non sul mero rapporto economico. Solo così si cambia la società in meglio: garantendo posti di lavoro migliori, maggior rispetto dell’ambiente, privilegiando e sostenendo le aziende eticamente corrette e trasparenti. Il prezzo è l’ultima cosa, non la prima. È la prima cosa nei rapporti di questa economia fallimentare e dominante, non vogliamo sostenerla, ma farla sparire per sostituirla con una umanamente, economicamente e ambientalmente sostenibile.