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racconto dell’incontro con la Provincia per accedere agli atti dell’ultimo bando

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    Vorrei rendere tutti partecipi dell’incontro che ho avuto il 3 febbraio con la Provincia di Roma.

    Ho partecipato al bando per il consumo consapevole di agosto con due progetti: uno è risultato ammesso ma non assegnatario dei fondi, il primo degli esclusi (EquoGasporto) per un solo punto. Volendo accedere agli atti del bando, la rappresentante legale dell’associazione che ha appoggiato il progetto ha dovuto fare richiesta formale all’ufficio (6 gennaio). Come da regolamento, la Provincia ha dovuto chiedere ai gas coinvolti se avessero qualcosa in contrario sull’accesso agli atti che li riguardavano, e il 25 gennaio è stata data risposta positiva per l’accesso. Sono andato io con delega.

    Al mio arrivo erano presenti il direttore del dipartimento III dottoressa Paola Bottaro, il responsabile del procedimento dottor Fabio Landi e la dottoressa Barbara Federici che è l’interfaccia con i gas, si occupa di questioni operative ed era il segretario verbalizzante. Insomma, una cosa molto ufficiale per un accesso agli atti che secondo me invece dovrebbe essere un’operazione elementare. Mi è stato anche fatto firmare un verbale dell’incontro!

    Mi sono stati mostrati i progetti vincitori (quelli che io avevo chiesto di poter vedere) e ho chiesto copia di tutti i progetti e del prospetto economico. Ho anche letto e chiesto copia dei verbali di valutazione.

    La dottoressa Bottaro ha apprezzato la richiesta che era motivata dal leggere i progetti vincitori per accrescere l’esperienza; il dottor Landi ha espresso qualche giudizio sul progetto da me presentato, dandomi qualche consiglio per migliorarlo. In particolare ha detto che i finanziamenti sono per beni immateriali, quindi pagare una persona per consegnare dei prodotti difficilmente sarebbe stato accettabile, e comunque non sarebbe stato possibile pagare i costi sostenuti dall’automobile. Gli obiettivi erano poveri, in quanto secondo lui sarebbe stato utile inserire dei costi di promozione del servizio, oppure dei costi di formazione. Ovviamente ciò avrebbe completamente snaturato il mio progetto che invece era esplicitamente stato pensato per risolvere un problema pratico di far arrivare i prodotti del commercio equo in provincia o nelle zone lontane dalle botteghe, e quindi di promuoverli attraverso la diffusione e non con parole o carte. La mia conclusione è che quindi questi bandi non sono fatti per risolvere problemi semplici e pratici, ma per “sensibilizzare” o “formare”, che è quanto di più distante dai miei obiettivi personali. E poi potevano dirlo prima per cosa avrebbero dato i fondi…

    Su mia richiesta, il dottor Landi ha anticipato che probabilmente non saranno stanziati ulteriori fondi per finanziare i progetti ammessi ma non assegnatari, in quanto i sei progetti in questo stato non sono di qualità sufficiente da far propendere verso questa decisione, che se ho ben capito è una decisione politica, non tecnica o amministrativa. Probabilmente si preferirà far uscire a breve un nuovo bando, diviso in 3 aree: gas, botteghe del commercio equo e orti urbani, finanziato con i restanti 40.000 euro. Per il futuro era pessimista, in quanto il bilancio della Provincia è stato dimezzato. A proposito di soldi… ma ad aprile all’incontro a cui ha partecipato Marina di Gaos non si era parlato di 90.000 euro? Ora sono 70.000.
    Landi ha anche accennato di aver visto sul sito della Regione Lazio un cospicuo finanziamento per i gas. Io ho cercato ma non ho trovato niente, qualcuno di voi ne sa qualcosa?

    Entrando nel merito dei progetti che ho letto, premesso che ne ho chiesto copia e quindi li leggerò più attentamente, ho espresso i miei dubbi su alcuni.
    In particolare “Consumo consapevole per tutti” è stato appoggiato da un GAP e non da un GAS, mentre il bando era rivolto ai GAS. Nessuno dei presenti sembrava di sapere la differenza tra GAP e GAS, nonostante nel progetto presentato il GAP di Genzano sottolineava la volontà di essere GAP e non GAS, rimarcandone le differenze. Mi è stato comunque risposto che è stato ammesso in quanto il GAP svolgeva funzioni importanti per il consumo consapevole. Quindi ne deduco: non c’è bisogno che tu sia un GAS: puoi essere un GAS, GAP, GAB, GAC, GAD, GAW, GAZ con tutte le lettere dell’alfabeto, puoi essere anche solo un’associazione, basta che operi nel campo del consumo consapevole per prendere questi fondi, alla Provincia non vanno molto per il sottile.
    Un altro dubbio era sul finanziamento concesso al circolo ARCI Fanfulla 101 per creare un nuovo gas. Alla mia obiezione che per fare una cosa del genere l’associazione avrebbe dovuto avere (cito dal bando) “tra i loro scopi statutari quello di attuare politiche di risparmio collettivo attraverso la creazione di un gruppo di acquisto” e non trovandolo nello statuto del circolo ARCI, Landi ha cercato tra i tanti scopi dell’ARCI (che sono vari e disparati) un punto in cui se non ricordo male parlava di consumo consapevole. Non ho potuto avere copia dello statuto, lo chiederò direttamente all’associazione. Comunque secondo lui quel punto era sufficiente per l’ammissibilità, anche se non era esplicitamente scritto che volevano creare un gas. Interpretazioni!

    Per il resto, mentre finivo la dottoressa Bottaro mi ha chiesto di poter accelerare la mia visione perchè aveva un impegno. Fortunatamente avevo quasi finito per cui non c’è stato problema, ma mi è difficile capire quale fosse il suo ruolo nella mia visione degli atti, e perchè doveva esserci e io sbrigarmi.

    Per concludere: secondo me l’accesso a questi atti dovrebbe essere pubblico e facile, anzi dovrebbe essere pubblicizzato dalla Provincia per dimostrare ai cittadini come impiega i soldi dei contribuenti. Invece è complesso, complicato e formale. Ho avuto la netta impressione che nessuno abbia mai chiesto un accesso del genere, e che quindi per questo erano tutti al completo, per vedere: ma che vuole questo qua?! I progetti dovrebbero essere messi in pubblico su internet, in quanto non contengono dati personali per cui potrebbe essere chiamata in causa la legge sulla privacy. Per favore rompetegli le scatole anche voi, loro si aspettano che chi partecipa ad un bando poi accetti i risultati senza nemmeno poterne leggere le valutazioni.

    Un’altra mia impressione è che la Provincia non ha nessuna effettiva idea della realtà dei gas, quindi non ho grandi aspettative. Per chi vorrà partecipare al prossimo bando consiglio la lettura dei progetti vincitori per sapere cosa vogliono che ci sia scritto, almeno spero che questi fondi vengano spesi utilmente. E rompetegli le scatole per la trasparenza! 🙂

    Aggiornamento: qualche giorno fa ho partecipato ad un seminario sui DES alla Scuola del Sociale della Provincia. In tale occasione ho conosciuto due lavoratori del dipartimento del bando: mi sono sembrati giovani e con buone intenzioni, del tutto simili a persone che farebbero parte di un gas. Non so quindi da dove venga lo scollamento tra i provvedimenti adottati e la realtà dei gas.
    In particolare credo che la Provincia sia ancora convinta che le loro scelte di concedere piccoli finanziamenti a gas su progetti singoli sia adeguata. Anche la soluzione che i gas si appoggino ad un’associazione gli sembra un’idea brillante. (sic!) Non sembra che ci sia nessuna coscienza che in questo modo solo i gas più organizzati e con esperienza e agganci possono vincere i bandi e accedere ai fondi. Non sembra esserci nessuna intenzione di utilizzare i fondi in maniera più strutturale. Mi sembra che piuttosto che costruire un tavolo tecnico insieme ai gas preferiscono adottare proprie soluzioni.
    Un DES potrebbe essere utile anche ad avere rapporti con le istituzioni, prima che le istituzioni si sentano in dovere di fare come gli pare prendendo delle grandi sviste (come la Regione Veneto, come la Regione Umbra) e magari anche peggio regolamentando i gas e decretandone l’estinzione “per legge”.

    Due note:
    1) i fondi per il nuovo bando sono bloccati quindi non si sa quando uscirà.
    2) il dipartimento si occupa di formazione, quindi inutile chiedere nei progetti fondi per qualcosa di “pratico”, solo promozione-educazione-formazione. Che lo scrivessero a LETTERE CUBITALI nel bando però!

    Alfredo – LasVeGas e Gasper

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